La creatività per resistere all’orrore

La memoria è indispensabile per fare i conti con l’esperienza e per trarne insegnamento. La negazione, invece, ripara dal dolore e dal senso di responsabilità, ma preclude la possibilità di evolversi.

Oggi, nella Giornata della Memoria intendo portare un piccolo contributo raccontando la storia di Friedl Dicker Brandeis (Vienna, 30 luglio 1898 – Birkenau, 9 ottobre 1944) un’artista, insegnante austriaca di origine ebraica e arteterapeuta ante litteram , vittima dell’Olocausto.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Germania Nazista costruì in tutta Europa circa 15.000 campi, tra cui figura anche quello di Terezin, Theresienstadt in tedesco, tristemente noto come “Il lagher dei bambini” perché degli oltre 15.000 che vi avevano fatto ingresso, finita la guerra solo poco più di 1.000 erano sopravvissuti.

Terezin, città della Repubblica Ceca a 60 km a nord di Praga, in tedesco Theresienstadt, fu come un campo di propaganda, un modello di insediamento ebraico pensato ed utilizzato dalle SS come camuffamento della soluzione finale che andava attuandosi.
Se in quanto a orrore aveva attinenza con gli altri campi di concentramento (fame, malattia e morte erano ben presenti), presentava però una sua unicità: al suo interno, proprio perché Propagandlager, veniva consentito di impartire lezioni ai piccoli prigionieri ed era possibile praticare l’arte, la musica e il teatro, seppur con gli scarsissimi mezzi a disposizione.
Numerosi artisti di spicco ed intellettuali risiedevano nel campo e si prodigavano a tal fine.
Lo straordinario lavoro di Friedl Dicker Brandeis con i bambini è a tutt’oggi oggetto di approfondimento.

L’opera di Friedl Dickers Brandeis e il seme dell’arteterapia.

Friedl Dicker Brandeis, pioniera dell’Arteterapia, nacque a Vienna nel 1898. Artista molto dotata e di grande spessore umano, fu architetto, disegnatrice di moda, fotografa, pittrice, insegnante.Allieva di Franz Cìzek dal 1915 al 1916 e di Johannes Itten dal 1916 al 1919 seguirà quest’ultimo a Weimar (1919-1923) perché convocato da Walter Gropius presso la Bauhaus insieme agli artisti più innovativi dell’epoca (Paul Klee, Vassilij Kandinskij, Làszlò Moholy, Lyonel Feininger et al.) con l’incarico di docente, La ferma convinzione di Gropius era che il luogo dell’artista fosse la scuola ed il suo compito sociale fosse l’insegnamento.
Friedl Dickers-Brandeis fu dapprima allieva, approfondendo lo stile e l’insegnamento di Itten, poi docente. Tornata a Vienna aprì un atelier di architettura ed arredamento, ma nel 1934 l’evolversi della situazione politica e sociale la vedrà arrestata per attivismo politico e tacciata di comunismo. Assolta e liberata si trasferirà a Praga, invano alla ricerca di quiete: nel 1942 a causa delle leggi razziali e delle persecuzioni naziste verrà arrestata e deportata nel ghetto di Terezin dove opererà a stretto contatto con i bambini, consentendo loro di vivere momenti di creatività capaci di distrarli dall’angoscia e dall’orrore.

 

Friedl in una fotografia di Johannes Beckmann nel 1936 ca. foto tratta dal web

Nel corso della sua esperienza di didatta, Friedl aveva sempre messo in pratica i principi artistici della Bauhaus arricchendoli successivamente di spunti tratti dalle teorie montessoriane con le quali era venuta in contatto e dalle quali era rimasta affascinata. Nel suo lavoro di pedagoga le si era affiancata a Vienna, e non aveva esitato a seguirla a Praga, una giovane allieva: Edith Kramer.

Ecco le parole di Edith Kramer:

“Quando ero a Praga tenevo dei corsi a bambini rifugiati tedeschi con Friedl Dicker. Il suo atteggiamento e le modalità di trattamento mi influenzarono molto ed ebbi l’occasione di imparare molto da lei…Quando Friedl fu internata nel campo di Terezin con la popolazione del ghetto, ha continuato a lavorare e ad insegnare ai bambini e questi lavori si sono salvati. Quando vidi, nel dopoguerra, questi lavori salvati miracolosamente, fui impressionata dallo stato di salute dei bambini che vivevano in condizioni così dure. Questi bambini malgrado la situazione avevano avuto una buona infanzia che permetteva loro di fare arte”.

Friedl notò chiaramente come le ore dedicate all’insegnamento dell’arte, all’interno del ghetto di Terezin, fossero divenute per i bambini e per i ragazzi fondamentali per esprimere sensazioni come la paura e lo sconforto o per ripristinare, seppur per pochi istanti equilibri emotivi che inevitabilmente eventi di tale drammaticità andavano a scombussolare.
Iniziò dunque ad annotare le proprie osservazioni e considerazioni circa il valore dell’arte nell’infanzia e nell’adolescenza soprattutto come strumento di sostegno e aiuto, proponendosi di approfondire questa tematica una volta terminata la guerra. A tal proposito, Friedl decise di catalogare con nome e data di realizzazione i disegni dei bambini e di nasconderli accuratamente in alcune valigie. Le valigie furono prelevate dall’esercito russo dopo la fine della guerra grazie all’aiuto di una delle studentesse di Friedl di nome Raja.
I quasi cinquemila disegni (tra i quali molti anche della stessa Friedl) vennero custoditi a Praga dal professor William Groag che decise di mostrare la collezione al pubblico solamente una decina di anni dopo il loro rinvenimento.

Buona parte dei disegni degli studenti di Friedl sono in seguito stati acquisiti dal museo ebraico di Praga e dal Beit Therensiestadt di Israele.

Friedl Dicker salì su un vagone destinato ad Auschwitz il 28 settembre 1944 per seguire il marito Pavel Brandeis. Morì undici giorni dopo. Il marito si salvò, per ironia della sorte.

Edith Kramer si trasferì negli U.S.A. e nell’immediato dopoguerra iniziò a sostenere che l’arte fosse in grado di attivare processi psicologici non soltanto attraverso l’espressione simbolica di contenuti interni ed emotivi, ma anche attraverso il processo e l’atto artistico e creativo stessi. Dall’esperienza e dagli studi di Edith Kramer e da successive contaminazioni/rielaborazioni con un approccio psicodinamico, in collaborazione con la New York University e dopo il suo ritorno in Europa, ha avuto origine l’orientamento metodologico della mia formazione in Arteterapia Clinica.

Un video:

Friedl Dicker-Brandeis: The Redemptive Power of Art

Referenze:

Friedl Dicker Brandeis

Creative Life in a Concentration Camp: Art Therapist & Professor Linney Wix on Friedl Dicker-Brandeis

TEREZIN, IL LAGER DEI BAMBINI  

Le fotografie presenti nell’articolo sono tratte dal web.